Omelia del 23 ottobre – Ascoltare il silenzio nel silenzio

Pubblichiamo qui di seguito il testo dell’omelia del vescovo Dom José Cordeiro, del 23 ottobre:

Ascoltare il silenzio nel silenzio

  1. Il sogno di Dio

Ringraziamo profondamente Dio per il Suo sogno diventato realtà qui e ora. I Sogni ci fanno volare in alto, coltivare la speranza, desiderare la bellezza; rendono reali le cose impossibili. Il sogno è la voce dell’amore.

Il sogno è incominciato nel Monastero di Vitorchiano, esattamente la domenica 3 luglio del 2016, nel contesto di un pellegrinaggio diocesano a Roma e a Montecassino nell’Anno Santo della Misericordia. Padre Juan Javier, rettore di Santo Anselmo, mi aveva invitato ad accompagnarlo a Vitorchiano. Il gruppo di 80 persone si era fermato per l’Angelus con Papa Francesco ed lo l’ho raggiunto nuovamente  per la celebrazione dell’Eucaristia nella chiesa di Santo Antonio dei Portoghesi.

A Vitorchiamo ho presieduto la celebrazione eucaristica e al termine abbiamo avuto un incontro con la badessa, madre Rosaria, suor Augusta e suor Fabiola . Le Sorelle sognavano una presenza effettiva in Portogallo, in occasione del primo centenario delle apparizioni di Fatima. Avevano bisogno di un segno, cioè di un invito da parte di un vescovo.

Ho subito accettato la sfida per questa Diocesi il cui santo patrono è Padre San Benedetto. Le suore chiesero terra e acqua. Mi sono incontrato al più presto con il consiglio episcopale e abbiamo proposto 3 posti: Seminário de Vinhais, Cortiços e Ribeirinha. Abbiamo inviato le proposte alla Badessa, ma non sono state accettate perché non garantivano lo stimato e stimabile silenzio monastico. Allora ho detto loro che avrei portato la questione nella plenaria della Conferenza Episcopale e ci sarebbe stato sicuramente un vescovo che le avrebbe ricevute, perché non potevamo perdere questo enorme dono per il Portogallo.

Tuttavia, le suore in seguito mi dissero che non volevano rinunciare a questo processo nelle terre del nord-est. Così seguirono diversi incontri: ritiro del clero a Toro (Zamora), Collegio dei Consultori, Consiglio Episcopale, dove fu indicato come possibilità l’Arciprestato di Miranda. Allora i Padri di questo Arciprestato nominarono tre luoghi: Palaçoulo, São Pedro da Silva e Genísio.

Dal 22 al 24 novembre Madre Rosaria e suor Fabiola sono venute in Portogallo. Insieme abbiamo visitato i luoghi e abbiamo scelto questo posto. Insieme a padre António Pires, al consigliere parrocchiale per gli affari economici e a 25 famiglie, si è fatto il resto nel lungo e decisivo iter giuridico-canonico per la fondazione del monastero. Il sogno di Dio si è avverato e continua.

  1. Silenzio e Parola

Il silenzio e le parole sono vie di evangelizzazione. Santa Maria Madre della Chiesa è mistero di silenzio. La sua vita è ritmata « dal silenzio al silenzio, dal silenzio all’adorazione nel silenzio trasformante » ( Berulle ). Insieme a Lei, san Giuseppe ama e si dona nel silenzio, il suo linguaggio è il silenzio (cfr san Paolo VI).

Qui possiamo ancora sperimentare, con le belle parole di A. Saint-Exupéry, il silenzio del silenzio: « è bello il deserto… Il deserto mi è sempre piaciuto. Una persona è seduta su una duna. Non vedi niente. Non si sente niente. Eppure, c’è qualcosa che brilla nel silenzio. Ciò che rende bello il deserto è che ha un pozzo nascosto da qualche parte là fuori ».

Padre Telmo Ferraz ha scritto recentemente: « il monastero di Santa Maria Madre della Chiesa è una fontana che sgorga e forma un bel ruscello d’acqua limpida. Molti vanno. Molti di noi bevono e si dissetano. È meraviglioso avere sete di Dio! ».

Viviamo, infatti, in un tempo delicato e spiritualmente arido, che sconvolge l’equilibrio vitale tra azione e contemplazione. Pertanto, questo monastero trappista è un appello permanente alla dimensione contemplativa della vita cristiana.

Sperimentare il silenzio del silenzio credente ed orante nell’ospitalità del Monastero Trappista di Santa Maria Madre della Chiesa, a Palaçoulo, nuova fondazione del Monastero Italiano di Vitorchiano, è come avvicinarsi a una limpida sorgente in un territorio inospitale.

« Sia che gli uomini escano in città o lavorino nei campi con i loro trattori, sia che la nave entri nel porto piena di turisti o piena di soldati, il mandorlo fiorisce in silenzio » ( Th . Merton ).

Le Monache Trappiste che abbracciano la dimensione contemplativa della vita in questo monastero di speranza: Giusy, Annunziata , Deborah, Lucia , Irene, Augusta, Maria da Luz, Alice, Margherita, Sara, e ora con le giovani portoghesi, trasmettono la gioiosa e contagiosa Speranza di chi è autenticamente felice. Dio vi conceda la sua Pace e il dono di nuove vocazioni.

Ogni giorno, ogni azione liturgica è celebrata con sobria bellezza e nobile semplicità. La giornata è ritmata dalle sette preghiere liturgiche: Vigilie, Lodi, Eucaristia con Terza, Sesta, Nona, Vespri e Compieta. Lavoro e studio completano la giornata, secondo il motto benedettino: ora et legge et labora.

La più grande presenza cistercense in Portogallo, costruita da zero, fu nel monastero di Santa Maria de Alcobaça, dal 1153 al 1833.

Nel 1892 avvenne una nuova riforma: apparvero i Trappisti, l’Ordine dei Cistercensi Riformati della Beata Vergine Maria di Trappa, ora chiamato Ordine Cistercense della Stretta Osservanza.

In Portogallo, dopo l’estinzione degli ordini religiosi nel 1834, l’Ordine Cistercense, non restaurò nessun monastero.

La Divina Provvidenza offre ora al Portogallo il dono della Grazia di un’altra comunità monastica, come un villaggio per Dio. Quest’oasi di silenzio che è, allo stesso tempo, una parola al mondo, si trova sull’altopiano mirandese, nella comunità di Palaçoulo, comune di Miranda do Douro, diocesi di Bragança-Miranda.

  1. Monasteri, fasci di luce

Dom António Coelho, benedettino, insigne liturgista di Braga e guida spirituale del venerabile Bernardo de Vasconcelos, diceva che i monasteri sono: « case di preghiera, laboratori, scuole dell’ordine, fasci di luce che illuminano il mondo, focolai di puro amore per salvare anime, sorgenti di carità per ungere i corpi, sorgenti inesauribili da cui sono germogliate e germogliano e sempre scorreranno sulla società inquieta, fiumi possenti di pace rasserenante ”.

La preghiera, la lettura, il lavoro sono una presenza continua nella vita di monache e monaci. In effetti, «possiamo poi ricordare che nel monachesimo cristiano il lavoro è sempre stato svolto con grande onore, non solo per un dovere morale di provvedere a sé e agli altri, ma anche per una sorta di equilibrio, un equilibrio interiore: è pericoloso per l’uomo coltivare un interesse talmente astratto da perdere il contatto con la realtà. Il lavoro ci aiuta a rimanere in contatto con la realtà. Le mani giunte del monaco contengono i calli di chi maneggia pale e zappe. Quando, nel Vangelo di Luca (cfr 10, 38-42), Gesù dice a santa Marta che l’unica cosa veramente necessaria è ascoltare Dio, non significa affatto che egli disprezzi i tanti servizi che ella stava svolgendo con tanto impegno » (Papa Francesco).

Il Vangelo proclamato e ascoltato oggi mette in luce l’atteggiamento di vigilanza, come segno di disponibilità al lavoro, contrapponendo il servo fedele al servo infedele, per concludere: “A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più ”. ( Lc 12,48).

Questo è il mistero di Gesù Cristo. La parola mistero evoca, negli scritti paolini, la luce inaccessibile in cui Dio abita. Nella rivelazione di questo mistero, Dio si manifesta così com’è, mostrandosi chiaramente a tutti in Gesù Cristo. Pertanto, questo mistero è un segreto che Dio vuole comunicare a tutti e, una volta rivelato, l’essere umano può cogliere questo mistero in un certo modo, attraverso la parola e l’azione ai suoi santi e profeti. (cfr Ef 3,4-5) e attraverso la Chiesa ( Ef 3,9-10).

Il mistero non è solo una verità in cui credi, ma è una Persona che comunica. Pertanto, il disegno salvifico è autore di Dio, che con piena sapienza e intelligenza ci ha fatto conoscere l’origine del mistero nella sua divina volontà e il suo totale compimento in Cristo, perché quando è arrivata la pienezza dei tempi, Dio ha stabilito tutte le cose in Cristo. L’origine del piano di salvezza e la sua conseguente realizzazione in Cristo costituiscono lo stesso ed unico mistero, di cui Cristo è il punto centrale del piano di salvezza.

Santa Maria Madre della Chiesa, con San Paolo VI e San Bartolomeo dei Martiri, le cui reliquie esistono in questa chiesa abbaziale, intercedono per la silenziosa bellezza di questa oasi di pace.

                                            + José Manuel Cordeiro

                                            Arcivescovo metropolita di Braga

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