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Viviamo secondo la Regola di San Benedetto. È così chiamata perché “regola” la vita quotidiana del monaco offrendogli una via maestra per ritornare a Dio, vivere in comunione con Lui e rispondere alla sua chiamata per affrettare la venuta del regno di Dio.

All’uomo che vuole godere della vera felicità, san Benedetto indica la via di Cristo umile e obbediente.

Per questo il monaco vive sotto una Regola, un abate, in una comunità stabile, a cui appartiene per tutta la vita.

L’umiltà comincia quando riconosciamo di essere peccatori e perciò bisognosi di conversione. Il IV capitolo della Regola è un lungo elenco degli strumenti spirituali per arrivare a Dio. Benedetto parte da ciò che accomuna tutti i credenti, i dieci comandamenti, aggiungendo scelte quotidiane di rinuncia e di carità per arrivare a confidare pienamente nella misericordia di Dio.

L’obbedienza si concretizza nell’ascolto, nel silenzio, nella rinuncia all’egoismo, nel compiere con tutto il cuore la volontà di Dio, che si manifesta nella voce dell’autorità e dei fratelli.

Il lavoro del monaco è duplice: il lavoro manuale, con cui ci si guadagna da vivere, e l’Opus Dei, la preghiera continua dei salmi e l’ascolto costante della Parola di Dio (è la grande preghiera liturgica della Chiesa). La preghiera è nutrita dalla lectio divina, ossia dalla meditazione della Sacra Scrittura e dei Padri.

La vita del monaco si svolge tutta all’interno del Monastero per assicurargli un ambiente libero dai condizionamenti del mondo e orientato alla ricerca del volto di Dio. Viviamo la separazione dal mondo, in un clima di silenzio e solitudine, ma anche di comunione fraterna.

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